La travagliata successione sul trono di Sant’Edoardo

[..] Gli Stuart riconoscono come loro stipite Flaad, un cavaliere bretone di origini celtiche, disceso da una famiglia i cui capi, nel XI secolo, avevano sostenuto la carica di siniscalchi di Dol sotto i conti di Dol e Dinan. Flaad ebbe un figlio, di nome Alan, che si trasferì in Inghilterra intorno al 1100 ed ebbe due figli, William e Walter Fitzalan. Il primo diede vita ai Fitzalan, conti di Arundel, il secondo si trasferì in Scozia e fu creato, a titolo ereditario, high stewart (o steward) del reame scozzese da re Davide I. A Walter the stewart furono concesse vaste terre nel Renfrewshire e nel Lothian orientale.

Il terzo high stewart, anch’egli di nome Walter, adottò come cognome la denominazione del suo ufficio: ebbe così inizio la casata Stewart o Stuart.

Nell’anno 1315, Walter, sesto high stewart, sposò Marjory Bruce, primogenita del re degli scozzesi Roberto I; quando il fratellastro di lei, re Davide II, morì senza discendenza nel 1371, il trono degli scozzesi venne trasferito al figlio della coppia Stewart – Bruce, Roberto, che, divenuto re con il nome di Roberto II, inaugurò la dinastia dei sovrani stuardi.

Stemma Giacomo V di ScoziaPassando di padre in figlio attraverso sei generazioni, si giunge, nel 1513, all’ascesa al trono di Giacomo V, bambino di appena un anno. La prima moglie di questi, la sedicenne Maddalena di Valois, figlia di Francesco I di Francia, morì nello stesso anno del matrimonio, celebrato il 1° gennaio del 1537, senza aver potuto dare eredi al sovrano. In seconde nozze, questi sposò un’altra francese, Maria di Lorena, figlia di Claudio, duca di Guisa, e vedova del duca di Longueville Luigi di Valois-Orléans.

Nel 1540, da Maria di Lorena Guisa, Giacomo V ebbe un primo figlio legittimo, il principe di Scozia Giacomo, che morirà all’età di appena un anno; un secondo figlio della coppia reale, Roberto, duca di Albany, morì due giorni dopo la nascita. Una terza figlia, Maria, nacque il venerdì 8 dicembre 1542, ma ormai il trentenne re Giacomo V era vicino alla morte, che lo colpì il giovedì 14 immediatamente successivo: così, ad appena sei giorni di vita, la principessa Maria ascese al trono degli scozzesi.

Educata in Francia, in prime nozze Maria sposò il delfino Francesco e, insieme con lui, salì al trono francese nel 1559; rimasta vedova nel dicembre del 1560, cinque anni dopo prese un secondo marito nella persona di Henry Stuart, lord Darnley e poi duca di Albany, che apparteneva a quella linea stuarda  che aveva avuto molti stretti rapporti con la Francia: da queste nozze nacque nel 1566 un figlio, Giacomo Stuart, che, nel 1567, diventerà Giacomo VI re degli scozzesi, e, nel 1603, Giacomo I re d’Inghilterra.

Gli stemmi dei vescovi di Livorno nel ventesimo e nel ventunesimo secolo

Il ventesimo secolo per la diocesi di Livorno si è aperto con la morte improvvisa  del vescovo Giulio Matteoli, avvenuta il 25 luglio del 1900. Poco meno di un anno dopo, nel maggio del 1901, si insediò monsignor Sabatino Giani, il quale resse la diocesi per il lungo periodo di venti anni, fino alla morte sopraggiunta il giorno 18 febbraio del 1921.

Monsignor Giani nacque a Ponte a Cappiano, il 5 marzo del 1858, da un’umile famiglia del luogo. I suoi biografi ricordano la figura della madre come una contadina, fervente cristiana, dalla fede semplice, ma autenticamente sentita.

Il Giani fu indirizzato fin da giovane alla carriera ecclesiastica e studiò nel vicino seminario di San Miniato, retto a quel tempo dal vescovo Del Corona, mentre precedentemente aveva frequentato a Castelfranco di Sotto le lezioni di uno dei futuri vescovi di Livorno, monsignor Giulio Matteoli, e del fratello di lui, monsignor Marco Matteoli, parroco della locale collegiata, che fra i primi lo spinsero a tali studi.

In seguito si laureò a Roma in teologia dogmatica, divenne poi proposto della cattedrale di San Miniato e professore nel seminario, che egli stesso aveva frequentato; fino ad arrivare, poco più che quarantenne, alla nomina a vescovo di Livorno. Fu anche protonotario apostolico e prelato domestico di Leone XIII.

Stemma famiglia GianiEgli venne designato nel Concistoro del 17 novembre del 1900, fu poi consacrato, il 21 dicembre di quello stesso anno, per mano del cardinale Parocchi. il giorno 23 dicembre gli fu affidata solennemente dal pontefice la città di Livorno ed infine, ricevuto l’exequatur, il 19 maggio del 1901 fece il suo ingresso nella diocesi.

Durante il suo lungo episcopato molti furono gli avvenimenti locali, nazionali ed internazionali, che ebbero riflesso sulla vita della diocesi: dall’epidemia di colera a Livorno del 1911, al terribile terremoto di Messina; dalla guerra di Libia, allo scoppio della prima guerra mondiale. La città in quei primi anni del nuovo secolo era ancora assai divisa tra cattolici e correnti laiche, massoniche ed anticlericali.

Il nuovo vescovo non ebbe dunque un’accoglienza unanime e nel 1902 fu oggetto addirittura di un attentato, compiuto tramite un ordigno rudimentale, lasciato nei pressi della porta della sacrestia del duomo, che portò alla morte di due bambini.

egli fu dunque il pastore che resse la città nel quadro di un periodo di profonda trasformazione sociale, religiosa e politica generale e proprio durante il suo episcopato, nel 1906, si celebrò il primo centenario della diocesi labronica, concomitante anche con i trecento anni dalla fondazione della città.

A questo proposito bisogna sottolineare come, fin dalla sua presentazione ai cittadini livornesi attraverso la sua prima lettera pastorale, mostrò una particolare attenzione per le peculiarità storiche e sociali, che avevano fatto nascere e crescere questa città: infatti volle rivolgere fin da subito un pensiero anche agli ebrei, che da sempre vivevano ed operavano a Livorno.

La morte lo colse improvvisamente, appena sessantatreenne, il 18 febbraio del 1921, e dopo venti anni di episcopato, come ricordano i suoi biografi, la stima, il compianto e il cordoglio del popolo livornese furono generali.

La Camera dei Lords: ieri, oggi, domani…

LIBERAMENTE TRATTO DAGLI APPUNTI DI ANDREW MARTIN GARVEY

Quando i Laburisti vinsero le elezioni dicevano di voler togliere ai Pari del Regno il diritto di sedere e votare nella Camera dei Lords, primo passo per creare una Camera dei Lords più democratica e rappresentativa. Il Governo per ora non ha dato una scadenza fissa per le riforme e Sua Maestà la Regina non ha fatto menzione nel Suo discorso dal Trono nel novembre scorso, discorso per altro scritto dal Primo Ministro.

Che cosa c’è nel futuro per i Lords?
Il Comitato per il Programma per la Riforma Costituzionale (Camera dei Lords), presieduto da Lord Irvine, il Lord Chancellor, dovrà decidere se la nuovo Camera sarà formata da membri eletti o nominati o da un mix di entrambi.

Molti Britannici si chiedono se il Regno Unito possa permettersi una Camera dei Lords riformata: attualmente, infatti, i Pari non percepiscono uno stipendio, ma soltanto un rimborso spese per quando sono presente nella Camera con limiti di circa £100 per diem, e chiunque sia stato a Londra saprà che una diaria di 300,000 lire circa non concede molto. Politici a tempo pieno dovrebbero avere uno stipendio adeguato come i loro simili nella Camera dei Comuni che percepiscono circa sei milioni al mese netti. I Pari hanno diritto ad alcuni servizi di segreteria e di cancelleria e l’uso di telefoni gratis, ma solo chi ha un ruolo attivo dispone di una linea privata. I Pari non hanno la posta senza pagamento.

La Camera dei Lords è da sempre vista come una roccaforte delle forze dell’Establishment, ossia del partito Conservatore. Nonostante le promesse Laburiste, io personalmente vedo la riforma come un passo pericoloso verso una costosa democratizzazione: tra poco avremo una classe di politici professionisti prive di esperienze del mondo reale, senza coloro che hanno per così tanto tempo portato le varie esperienze di vari campi della vita nazionale, quello militare, degli affari, del mondo accademico, quello medico ecc.…. Ora vi è nel Lords una istituzione che ha servito così a lungo gli ninteressi della Nazione e dell’Impero britannico, anziché gli interessi personali o quelli di vari gruppi d’interesse o lobbies, servendo come modello per tanti altri nazioni nel mondo.

La Camera dei Lords, non dobbiamo dimenticare, è il luogo dove i Pari del Regno pagano per i propri privilegi con il servizio. La Camera dei Lords è la Camera Alta del Parlamento Britannico. I membri non sono eletti (in questo niente di strano, anche in altri senati vi sono dei membri a vita non eletti) e con l’eccezione dei vescovi che lasciano il loro seggio quando raggiungono l’età pensionabile, sono membri per tutta la vita.
I membri del Lords sono i Pari del Regno e sono divisibili in due gruppi: i Pari o Lords Spirituali (cioè i due arcivescovi, di Canterbury e di York, il primo primate di tutta l’;Inghilterra il secondo il
primate d’Inghilterra ed i vescovi anziani) ed i Lords Temporali. Si può fare una suddivisione di quest’ultimo gruppo: i Pari ereditari e quelli a vita, cioè che non trasmettono il titolo (anche se i figli godono di un titolo e il trattamento di figli di un Pari). Poi vi sono i Law Lords (i giudici) che fanno parte del gruppo dei Pari a vita. I Membri del House of Lords in origine furono membri di vari gruppi della nobiltà che avevano il compito di consigliare il sovrano, cioè i membri della curia regis.

Durante gli ultimi secoli vi sono stati delle aggiunte. Con le varie unioni con l’Inghilterra sono arrivati anche rappresentati le altre nazioni facenti parte dell’Unione, la Scozia e l’Irlanda. Non tutti gli scozzesi titolati però sono membri del Lords. Solamente i Lords del parlamento sono membri, non i baroni o conti feudali. Molti titoli sono ancora ereditari ma vi è una percentuale sempre crescente di Pari a vita e da molto tempo non si creano più titoli ereditari che danno il privilegio di un seggio nel Lords, anche se vi sono ancora altri titoli ereditari come ad esempio quello di baronetto. I più recenti casi sono quelli dei visconti Whitelaw (già deputato Conservatore, poi ucciso dall’IRA) ed il già Speaker della Camera dei Comuni, George Thomas, (entrambi non avevano eredi), poi vi è il conte MacMillan, già primo ministro negli anni sessanta che invece aveva un erede il quale oggigiorno ha un seggio nel Lords.

Fino alla Riforma nel 16° secolo, la maggioranza dei Lords furono quelli Spirituali ed oltre agli arcivescovi e vescovi includevano anche gli abati mitrati. Con lo scioglimento dei monasteri non vi furono più abati e fu messo un limite al numero dei vescovi. Ed ora il numero è fissato in un massimo di 26 di questo gruppo di prelati. Sono membri permanenti, oltre i due primati, i vescovi di Durham, London e Winchester, e per ordine di anzianità altri 21 vescovi della chiesa anglicana. I vescovi di altre denominazioni religiose non hanno diritto a sedersi nei Lords.

Fino al 1958, i Lords Temporali furono o Pari ereditari (coloro che ebbero il titolo per eredità e diviso in sei ranghi: Principi di sangue reale, Duchi [Reali e non], Marchesi, Conti, Visconti e Baroni) ed i cosiddetti Law Lords, i più anziani giudici della corte d’Appello che hanno un seggio nel Lords con il rango di barone, (nominati a vita per espletare quei compiti giudiziali della camera). Nel 1958, però, è passata la legge riguardante le Pari a vita, il Life Peerages Act, che diede alla Regina la possibilità di creare titoli non ereditari sia per gli uomini sia per le donne. Ora questa prerogativa viene esercitato su consiglio del Primo Ministro.

Il numero dei Pari ha avuto un aumento con le unioni della Scozia e dell’Irlanda all’Inghilterra avvenute nel 17° e 18° secoli. All’inizio del 1999, la Camera dei Lords è composto da 759 Pari ereditari, 510 a vita (dei quali 90 sono donne e 26 Arcivescovi e Vescovi). È bene precisare che non tutti i Lords nel Regno Unito sono membri del Parlamento. Sono esclusi i Lords per cortesia ossia i figli dei titolari o capi famiglia, non sono inclusi i Lords per carica, come ad esempio il Primo Lord del Tesoro (che è il Primo Ministro) Lords dell’Ammiragliato o i Lords Lieutenant delle Contee e ovviamente sono esclusi anche quei Lords del maniero, i baroni e conti feudali.

Inoltre, per svariati motivi, circa un terzo dei Pari non frequentano la camera. In media vi sono circa 380 Pari presenti, in maggioranza i Pari a vita. Il Lord cancelliere si siede sopra una sedia detto il sacco di lana "Woolsack". Introdotto dal Re Edoardo II (1327-77), il Woolsack è imbottito con lana come ricordo della ricchezza che il commercio della lana diede all’Inghilterra. Ora è imbottito di lana proveniente da nazioni del Commonwealth, come simbolo di unità. La Camera dei Lords, attraverso il suo Comitato d’Appello, funziona come ultimo corte di appello. Per casi civili nel Regno Unito e casi criminali in Inghilterra, Galles ed Irlanda del Nord. Solamente i Lords d’Appello prendono parte nelle procedure giudiziali. Vi sono 12 giudici a tempo pieno. In linea di massima le funzioni della Camera dei Lords sono simili a quelli dei Comuni per quanto riguarda legislazione, dibattiti e domande all’esecutivo. Vi sono due importanti eccezioni: i membri dei Lords non sono rappresentativi di circoscrizioni e non sono coinvolti in questioni finanziarie o riguardanti le imposte. Il ruolo dei Lords è complementare a quello dei comuni e funziona come una entità di revisione di molte proposte di legge (detto “Bills”) importanti o controverse. Nella Camera dei Lords i membri votano seconda la propria coscienza. Aggiungo anche che è più facile seguire la propria coscienza non avendo un elettorato a cui rispondere, quindi si può dare ciò che una nazione ha bisogno non quello che necessariamente vuole.

Vediamo ora il primo articolo, il più importante, della proposta di legge House of Lords Bill che fu introdotta nella Camera dei Comuni il 19 gennaio di quest’anno, con l’obbiettivo di eliminare il diritto dei Pari ereditari di sedere nella Camera dei Lords. Il primo articolo recita che nessuno potrà essere un membro dei Lords in virtù della sua Paria ereditaria.
Detto esclusione si applica anche ai Membri della Famiglia Reale che hanno il diritto di far parte del Lords (il Principe di Galles, il Duca di Edimburgo, il Duca di York, il Duca di Gloucester ed il Duca di Kent; la Regina non fa parte del Lords quindi non viene inclusa; In fine, quindi, da questi commenti si capisce quanto sarà completo l’eliminazione dalla vita parlamentare la presenza dei Pari ereditari. Mi auguro che il mio intervento abbia dato delle informazioni utili per una maggior comprensione a ciò che concerne la riforma del House of Lords.

BREVE STORIA DELLA CAMERA DEI LORDS
– 14° sec Camera separata, con membri spirituali e temporali, dai Comuni
– 15° sec Pari introdotti, 5 ranghi Duca, Marchese, Conte, Visconte e Barone
– 18° sec Atti delle Unione con la Scozia/Irlanda rappresentanti eletti
– 1834 Incendio
– 1847 Apertura della nuova Camera
– 1876 Atto della giurisdizione d’Appello crea i Pari d’Appello in ordinaria (i cosi detti Law Lords), ultimo tribunale d’Appello
– 1911/1949 Atti Parlamentari, alcuni proposte diventano leggi senza il cosesso dei Lords che possono limitare il potere di ritardare li proposte ad un massimo di un anno, ciò in seguito ai problemi connessi con le leggi finanziarie
– 1958 Atto riguardante le Pari a vita – Baronie a vita, sia uomini sia donne nel House of Lords
– 1963 Atto riguardante la Paria, rinnegare i titolo – Tutti i Pari Scozzesi nei Lords Peerage Act Disclaim peerages –e le nobil donne che godono di una Paria ereditaria personale.
– 1997 Il Programma del partito laburista che include l’intenzione di abolire i seggi ereditari nella Camera dei Lords
– 1998 Proposta di Legge di abolire il diritto dei Pari ereditari di avere un seggio nella Camera dei Lords.

COMPOZIONE DELLA CAMERA DEI LORDS
(secondo il tipo di Paria al 4 gennaio, 1999)
Principe (di sangue reale) 1
Arcivescovi 2
Duchi + Duchi di sangue reale 25+3
Marchesi 34
Conti + Contesse 169+5
Visconti 103
Vescovi 24

Baroni/Sig.ri (Lords) di Parlamento 831
Baronesse + Sig.re (Ladies) di Parlamento +95+3